IL
LINGUAGGIO DEL CORPO NEI DISTURBI DEPRESSIVI – ALCUNI CASI CLINICI TRATTATI CON
L’ANALISI BIOENERGETICA
Cari lettori, ecco qui il secondo articolo di questa
Rubrica, che mi auguro susciti la curiosità e l’interesse verso voi stessi,
elementi fondamentali per arrivare ad amarsi ed amare l’altro. La campagna di
sensibilizzazione proposta dalla Sipap
(Società Italiana dei Psicologi dell’Area
Professionale) durante il Mese del
Benessere Psicologico ha proprio
come obiettivo quello di promuovere la conoscenza e l’interesse per le
tematiche della Psicologia della Salute, e creare le condizioni affinché in
ognuno di noi ( e voi) nasca da dentro quella
spinta urgente al cambiamento personale, al rinnovamento ad una migliore
Qualità della Vita. In ogni nostro articolo (ne uscirà uno alla settimana ogni
venerdì) il nostro sforzo sarà di trasmettere l’importanza e la preziosità del
lavoro psicologico che si indirizza alle persone e alla loro felicità.
In quest' articolo in particolare vorrei parlarvi
della condizione depressiva.
Esiste, dal punto di vista clinico, una depressione
che “non lascia scampo” ovvero che impone di correre ai ripari attraverso la
terapia psicologica e farmacologica e ne esistono molte altre (tante quante
probabilmente sono le persone che ne soffrono) che consente di
“viaggiare”mentre svuota l’individuo lentamente di ogni sensazione.
La premessa da cui intendo partire è che sperimentare
uno stato “depressivo” è normale e fisiologico durante l’arco esistenziale di
ognuno di noi.
Si entra in una condizione depressiva ad esempio
durante una separazione dolorosa da un coniuge, la morte di una persona cara,
una lunga malattia, la perdita del lavoro (condizione quanto mai oggi purtroppo
presente nel tessuto sociale); nell’arco della nostra esistenza abbiamo
occasione di sperimentare diverse condizioni emotive, poiché la vita è fatta di
eventi positivi e negativi e gioia e dolore ne sono il presupposto emotivo
inevitabile. Il dolore di una perdita provoca uno stato depressivo, ma la
persona riesce ,nella maggior parte dei casi,dopo un certo tempo a superare
quel dolore e tornare alla vita e alla speranza. Nella maggior parte dei casi, appunto.
Alcune volte invece un evento esterno provoca per la
persona l’ingresso in un buco nero da cui sembra (e a volte lo è) difficile
uscire.
Nella condizione depressiva cronica il vissuto
personale ed emotivo è fondamentalmente quello di una pesante cortina grigia
che impedisce all’individuo di sperimentare e sentire il corpo e le sue
emozioni. Si tratta di una condizione di morte “dell’anima e del corpo”.La
depressione inizia a diventare oggetto di interesse clinico soltanto quando
inizia ad interferire in modo pesante con le normali attività quotidiane,
quando cioè, ad esempio la persona non riesce ad alzarsi per andare al lavoro,
per uscire di casa e avere una sufficiente cura di sé.
Sulla base della mia esperienza come psicologo
potrei affermare che è presente nel
tessuto sociale un grande numero di persone che continuano indisturbate a
svolgere le loro normali attività quotidiane, forti della necessaria volontà di
“sopravvivere” e di “tirare avanti”ed
allo stesso tempo in contatto con
profondo senso di vuoto interiore, di mancanza di tonalità emotiva, di uno
scarso senso di sé. Tali persone non possono essere definite “clinicamente” depresse, allo stesso tempo tuttavia, mostrano i segni
di un malessere profondo nel quale “sembra”abbiano (inconsciamente ed in modo
del tutto inconsapevole, naturalmente) rinunciato alle proprie emozioni, al
proprio presente ed in ultima analisi, a sé stessi. Vittorio Gassman è
stato un famoso uomo di spettacolo ad esempio che ha ingaggiato coraggiosamente
una battaglia durante tutta una intera vita contro la depressione; di lui mi
rimane ancora impressa una frase che da sola riassume in modo lucido e
sintetico il vissuto depressivo: durante una intervista infatti affermò di essere
un uomo con”un fantastico avvenire alle
spalle”.Il dolore e il pantano depressivo che impedisce alla persona di
progettarsi nel futuro con la sufficiente fiducia in sé nasce propri dalla spietata
sensazione di aver consumato inesorabilmente ogni speranza che la propria vita
possa cambiare.
Come avviene questo? Che ruolo ha il corpo? Come risponde il
corpo?Alexander Lowen, il fondatore dell’Analisi Bionergetica nel suo testo “La Depressione e Il Corpo”Le basi
biologiche della Fede e della Realtà edito da Astrolabio, sottolinea un
aspetto a mio modo di vedere rivoluzionario nel trattamento della depressione
che mette insieme magicamente un insieme di esercizi fisici e di colloquio
psicodinamico in grado di ” restituire al
corpo la sua libertà e spontaneità naturale “. Che cosa è l'Analisi Bioenergetica?
L'A. B. un metodo d'intervento clinico che si utilizza con i pazienti per sbloccare quelle energie emotive profonde e cronicizzate che limitano seriamente la possibilità di sperimentare il piacere e la gioia di vivere; lavora su due livelli quello verbale e quello corporeo ed il trainer compie “la magia”dell’ integrazione.
L'A. B. un metodo d'intervento clinico che si utilizza con i pazienti per sbloccare quelle energie emotive profonde e cronicizzate che limitano seriamente la possibilità di sperimentare il piacere e la gioia di vivere; lavora su due livelli quello verbale e quello corporeo ed il trainer compie “la magia”dell’ integrazione.
Un concetto fondamentale
in A. B. è l’Armatura o Corazza Muscolare Caratteriale; secondo Alexander Lowen la Corazza è il frutto del compromesso tra
desiderio e difesa, la Struttura Muscolare è il nostro modo
"inconscio" in cui ci opponiamo alla vita che fluisce nel corpo e
nell'ambiente, è una fitta trama di vincoli psicologici e fisici che bloccano la persona e la rendono
insensibile,i n una parola “depressa”.
Contrastare e combattere la Corazza significa liberare il corpo e il cuore, che lentamente si apre alla vita e all'amore.
Contrastare e combattere la Corazza significa liberare il corpo e il cuore, che lentamente si apre alla vita e all'amore.
Il linguaggio del
corpo “dentro” una condizione depressiva è quindi quello dell’immobilità.
Alcune persone che si sono rivolte a me avevano i segni di questo disturbo:
scarso movimento fisico e difficoltà di espressione emotiva, respirazione molto
superficiale e bloccata, in genere il volto “congelato” in una mimica
inespressiva dove lo sguardo difficilmente evoca emozione e vitalità.
Lavorando a due livelli sia verbale che corporeo ho potuto in genere osservare la presenza di un dolore profondo, difficile da contattare, sepolto dentro un corpo congelato e rigido, insensibile. Queste considerazioni sull’aspetto fisico della persona afflitta da un disturbo depressivo non hanno nulla a che fare con l’estetica ; un corpo “perfetto” nelle forme non è segno inequivocabile di salute psicologica, avendo avuto anche modo di lavorare direttamente con modelle del mondo dello spettacolo me ne sono reso conto molto bene. Nessuna chirurgia estetica può ,infatti, mascherare uno sguardo fisso inespressivo ed assente segno fondamentale di un disturbo depressivo di media entità all’interno di un quadro schizoide.
Lavorando a due livelli sia verbale che corporeo ho potuto in genere osservare la presenza di un dolore profondo, difficile da contattare, sepolto dentro un corpo congelato e rigido, insensibile. Queste considerazioni sull’aspetto fisico della persona afflitta da un disturbo depressivo non hanno nulla a che fare con l’estetica ; un corpo “perfetto” nelle forme non è segno inequivocabile di salute psicologica, avendo avuto anche modo di lavorare direttamente con modelle del mondo dello spettacolo me ne sono reso conto molto bene. Nessuna chirurgia estetica può ,infatti, mascherare uno sguardo fisso inespressivo ed assente segno fondamentale di un disturbo depressivo di media entità all’interno di un quadro schizoide.
Nella depressione il corpo è messo in stand-by; la
respirazione diventa superficiale e bloccata e questi meccanismi ben presto
sfuggono al controllo cosciente e divengono modus vivendi, costringendo la
persona a vivere una intera vita dentro una gabbia dove non muore (se non in
casi estremamente gravi) ma limita ed impoverisce la voglia di vivere e sentire
pienamente.
Le cause di tale condizione sono molteplici e
complesse poiché intervengono e si intrecciano fattori genetici, fattori ambientali precoci e odierni che ne
sono la causa scatenante, come abbiamo sottolineato prima. Gabbard (1995) pone
l'accento su quegli eventi dolorosi precoci come separazioni e rotture di
legami affettivi nell’infanzia i quali rendono le persone più sensibili ai
disturbi depressivi nell’età adulta. La mancanza “dell’amore necessario”in età
infantile provoca poi la costante ricerca di tale “paradiso non perduto ma mai trovato”
nell’età adulta. Ne sono un esempio le dipendenze affettive, in cui la
condizione depressiva di fondo ne è causa ed effetto, l’eccessivo investimento
nella carriera e nel “potere”fine a sé stesso. Non è un caso ,infatti, che
molte persone apparentemente realizzate sul piano professionale ed economico si
ammalino di depressione. L’immagine di persona vincente non può nutrire
nessuno a livello profondo; un individuo
sano ha bisogno di calore contatto vicinanza ed amore per crescere ed evolvere.
La questione pregnante che vorrei spiegare al
lettore riguarda il fondamento dell’Essere Persona che si fonda sulla
percezione del corpo e dei suoi bisogni. Ogni movimento e progetto esistenziale
non po’ non basarsi su ciò che sentiamo, pensiamo e che proviamo. Il sentire è
una funzione corporea, per questo in analisi bioenergetica cerchiamo di
permettere al paziente di ristabilire un rapporto diretto con il suo corpo e
con i suoi diritti elementari di amare ed
essere amato per quello che è.
Grazie ad un certosino
lavoro in questa direzione la persona riesce a sentire e quindi recuperare un
autentico rispetto di sé, poiché basato sulle sue esigenze fisiche ed
esistenziali. La direzione che prende il lavoro sul corpo è chiamato
“grounding” ovvero “radicamento”:
all’inizio si sviluppa il lavoro nel senso dell’apertura della
respirazione(lavoro da sdraiato), attraverso cui il paziente comincia ad
incamerare maggiore energia e quindi è in grado di sviluppare maggiori sensazioni
fisiche, poi viene letteralmente “messo
sui suoi piedi” (Grounding)aiutandolo a combattere la voglia di lasciarsi
andare grazie al potenziamenti delle sensazioni vitali e positive.
Un mio
paziente, tempo fa la descrisse in un modo lucido e spietato : “..non so come
spiegarlo meglio, dottore, ma è come se ogni giorno, ogni santissimo giorno,
faccio le cose che riguardano la mia vita quotidiana come alzarmi, lavarmi
,vestirmi, fare colazione, andare al lavoro, tornare a casa e tutto il resto,
come se la cosa non mi riguardasse, come se non ci mettessi nessun
sentimento.!..ecco, ho capito io non sento nulla!”
Per terminare in modo positivo possiamo dire che ci
sono diverse occasioni di combattere, contrastare e uscire vittoriosi dalla
condizione depressiva. Ricorrere unicamente ai farmaci è oramai assodato che
non porta a nessun cambiamento efficace, soltanto il sostegno psicologico in alcuni casi di
depressione estremamente severi non può essere d’altro canto sufficiente. Il
clinico avveduto fa una diagnosi che comprende anche l’ambiente psicosociale
della persona a 360 gradi; trovare l’opportunità di inserire un paziente
depresso in una situazione gruppale (formale ed informale) è quanto mai
necessario. Mai come oggi la rete sociale, i gruppi di crescita, la
psicoterapia in gruppo, i gruppi di auto aiuto sono di fondamentale importanza
per la persona nel mantenere e nutrire una immagine di sé positiva ed aumentare
la fiducia che dalla depressione non solo si può uscire ma si può trovare,
nella condivisione con gli altri, la possibilità di sperimentare quell’amore
necessario perché la vita sia un bel viaggio in prima classe ed non un oscuro
passaggio nella stiva. Durante questa campagna di sensibilizzazione io e i miei
colleghi offriremo dei seminari
laboratori e consulenze che daranno la possibilità a chi lo desidera di
sperimentare “ in vivo” il tipo di esperienza che proponiamo e di approfondire
con maggiori dettagli le questioni in gioco.
Emanuele Grilli
Psicologo ad
Indirizzo Clinico e di Comunità e Psicoterapeuta in Formazione, scritto all’Albo degli Psicologi
del Lazio (n°Prot. 7968). E’ membro della Sipap Lazio e del Comitato Sipap del
XII Municipio. Lavora in un centro Sportivo, dove promuove Classi di Esercizi
di Bioenergetica. Per informazioni comitatorm13@sipap.org
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